© 2023 || Anna Silvia Castiglione - OMCeOGE N° 16045 - P.I. 02241560990
Anna Silvia, parlaci di te: dove sei nata e quando?
Quale scuola superiore hai frequentato?
Quindi ti piacevano le materie umanistiche?
E dopo il Liceo, l'Università: quando ti sei laureata e qual è stato l'argomento della tua tesi?
Una tesi sperimentale, quindi...
E poi cosa è successo?
Quando hai scoperto di voler diventare un medico?
Perché hai scelto di dedicarti alla Medicina Generale?
Quindi hai fatto il giro del mondo a piedi… ?
È in quell'occasione che hai capito di aver trovato la tua strada?
Negli ultimi anni hai lavorato come medico di Continuità Assistenziale (guardia medica): cosa ti mancherà di quell'esperienza?
Ti piace cucinare?
Oltre alla passione per la cucina hai altri hobby?
C'è stata però un'occasione in cui la medicina e il canto si sono incontrati...
Oggi sei medico di Assistenza Primaria: cosa ti aspetti da questa nuova esperienza?
Cosa vorresti dire ai tuoi pazienti?
Sono nata a Genova il primo giugno 1987.
Ho scelto di frequentare il Ginnasio-liceo Andrea Doria di Genova.
Più che altro non amavo la matematica... Scherzi a parte, è proprio così: mi piacevano le materie umanistiche.
Mi sono laureata nel luglio 2012. La mia tesi trattava di una molecola del “complesso maggiore di istocompatibilità” detta HLA - G (Antigene Leucocitario Umano G). Da studi preliminari sembra che l’espressione di questa molecola aumenti nei soggetti allergici e che poi si riduca in seguito a terapia; questo ne farebbe un ottimo biomarcatore.
Sì, in quell'occasione è stato molto divertente per me frequentare un laboratorio: all’inizio avevo una paura tremenda di fare danni, ma poi mi sono sciolta e ci ho preso gusto. Per un breve periodo ho fantasticato di dedicarmi alla ricerca dopo la laurea.
Ho scoperto che la ricerca, pur essendo molto affascinante, non fa per me. Non potrei rinunciare alla clinica.
Ho sempre pensato che avrei fatto Giurisprudenza dopo il liceo. Ad un certo punto, ho deciso di provare il test di ingresso alla Facoltà di Medicina, un po' per mettermi alla prova e un po'… non so neanche io perché. Quando ho saputo di essere stata ammessa, mi sono chiesta se volevo veramente fare il medico: la risposta è stata sì.
Dopo la laurea all'Università non sapevo cosa fare della mia vita. Dopo tanti anni passati sui libri avevo sete di fare esperienze, di conoscere il mondo reale, le persone vere e non solo quelle dei casi clinici. Così ho deciso di prendermi del tempo. Tempo per me, per guardarmi intorno, per crescere come persona.
No, ho accettato un lavoro come sostituta di un medico di Medicina Generale, un professionista genovese molto stimato, che purtroppo si era ammalato e in seguito è mancato. In quell’esperienza ho dato tutta me stessa, cercando di sopperire alla poca esperienza che avevo con l’energia dei miei 25 anni, la voglia di imparare e di fare bene.
Quel primo contatto con la Medicina Generale è stato per me entusiasmante. Negli anni successivi ho fatto diverse esperienze, ma la Medicina Generale stava diventando dentro di me un’idea sempre più vicina e concreta. Poi, nel 2017, sono stata ammessa al Corso di formazione in Medicina Generale.
Conservo molti ricordi del polo di Busalla, dove ho lavorato nel mio ultimo anno come guardia medica. All’ingresso del paese c’è un distributore di latte crudo, dove un’azienda della zona porta ogni giorno il latte appena munto: una vera bontà. Inoltre, una persona della zona talvolta mi portava uova fresche e bietole che venivano direttamente dal suo orto. Alla fine dei miei turni, una volta a casa, mi divertivo a cucinare torte di verdura, ravioli e zuppe. Invece le code sulla A7 non mi mancheranno per nulla.
Sì, mi piace cucinare e anche mangiare. Ho una predilezione per le ricette della tradizione, quelle che hanno una storia. Mi piace anche reperire materie prime genuine e a “km 0”.
Fino a qualche anno fa mi sono dedicata alla mia passione per il canto: ero corista e direttrice di cori amatoriali. Tra prove e concerti, ero impegnata quasi ogni sera. Proprio in un coro ho conosciuto mio marito Paolo, anche lui cantante per passione. Oggi ho abbandonato il canto, un po' a causa della pandemia e un po' perché la mia vita ha preso un'altra direzione ma so che, prima o poi, tornerò a cantare.
Sì, è successo quando ho invitato a Genova il coro del Royal Free Hospital di Londra, che avevo conosciuto durante un tirocinio post laurea presso quell’ospedale. Ci siamo esibiti insieme in concerto presso la Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale: è stata un'esperienza indimenticabile.
Non ho mai deciso scientemente di diventare un medico: un vento mi ha portato qui, a fare questo lavoro, il medico di assistenza primaria, proprio a Genova, la città nella quale sono nata e cresciuta, a due passi dal mio vecchio liceo, nella via dove abitavano i miei nonni. Posso dire che qui mi sento a mio agio: per trovare se stessi non bisogna per forza allontanarsi dai propri luoghi del cuore.
Ai miei attuali e futuri pazienti vorrei dire che è mia intenzione svolgere questo lavoro con impegno e responsabilità, e che farò del mio meglio per essere all’altezza del ruolo che mi trovo a ricoprire. Ma non voglio dilungarmi in discorsi retorici, perché conto di dimostrare tutto questo con i fatti.
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